Cambiamenti climatici: il ruolo dell’acqua

NEWSLETTER 005

del Mercato della Terra di FIESOLE

– di Leonardo Galli

 

I cambiamenti meteoclimatici in atto hanno modificato il ciclo dell’acqua su scala globale e locale, aumentando frequenza e intensità di eventi estremi.

L’Italia con circa 130 miliardi di metri cubi ogni anno è il terzo Paese europeo con la maggiore disponibilità di acqua. Questa quantità serve sia alle attività umane che a supporto dei servizi ecosistemici.

Tuttavia questo valore si è già ridotto del 20% rispetto a inizio ‘900 e potrebbe diminuire di un altro 40% (con picchi del 90% al Sud) a seguito dei cambiamenti climatici.

L’Italia detiene il record in Europa per prelievi di acqua, con quasi 40 miliardi di mc/anno.

È ormai noto che l’Italia si trova nell’hot-spot climatico del Mediterraneo, nel quale le temperature stanno aumentando con maggiore velocità e gli eventi estremi sono più frequenti e numerosi.

Nel 2024 il numero di eventi estremi (piogge intense e grandinate) ha registrato un valore superiore a 2.000 con ricadute crescenti in termini di danni economici.

Un italiano su cinque risiede in aree potenzialmente allagabili, mentre sono minacciate da pericolosità idraulica medio-alta 6,9 milioni di persone, 1,1 milioni di imprese e 4,9 milioni di edifici.

Le Regioni più a rischio sono quelle con i più alti livelli di cementificazione, fattore che riduce la capacità del suolo di assorbire le intense precipitazioni.

L’agricoltura è un settore estremamente idrovoro, non soltanto per l’irrigazione. L’agroindustria rappresenta un modello di produzione estremamente energivoro, non più sostenibile per il pianeta.

In Italia l’agricoltura è il primo settore per consumo di acqua (circa 16 miliardi di mc/anno) ed è secondo solo alla Spagna. A questo si aggiunge il degrado del suolo agricolo, particolarmente critico nel nostro Paese. In media ogni anno si perdono più di 10 tonnellate di suolo fertile per ettaro (record in Europa), così riducendo la capacità dei suoli agricoli di sequestrare carbonio dall’atmosfera.

Per quanto riguarda gli usi civili il nostro Paese vanta un record poco invidiabile con 9 miliardi di mc/ anno (trend in crescita dal 2000). Questo valore rappresenta il doppio di Germania, Francia e Spagna. Le cause risiedono principalmente in due motivi:

1) infrastrutture idriche vecchie e non manutenute, ogni 100 litri prelevati 42 vengono persi (erano 33 a fine anni ‘90);

2) il consumo pro capite è fra i più alti d’Europa, con quasi 220 litri al giorno.

Anche l’industria detiene il record in Europa per prelievo di acqua con oltre 8 miliardi di mc/anno.

Occorre prendere coscienza del problema ed attuare ogni misura per contenere il consumo idrico ed ottimizzarne l’uso. Di seguito per una comprensione più attenta del problema alcuni ordini di grandezza per capire il consumo idrico di ciò che consumiamo.

  • 1 kg di manzo = 15.400 litri
  • 1 kg frumento = 900 litri
  • 1 tazza di caffè = 140 litri (dalla coltivazione all’infusione)
  • 1 litro di latte = 1.000 litri
  • 1 kg di mais = 1.400 litri
  • 75 cl di birra ca 200 litri di acqua.
  • 5 litri di acqua sono necessari per produrre una bottiglia di plastica che ne può contenere 1,5
  • 3400 litri di acqua per una tavoletta di cioccolato da 200 g
  • 1 singolo mozzicone di sigaretta inquina 500 litri di acqua

 

 

 

Si fa presto a dire natura

– di Silvia Mantovani

 

La parola “natura”, con l’aggettivo derivato “naturale”, sono ormai diventati nel linguaggio corrente termini abusati, dal contenuto incerto e spesso variabile.

Tutti dichiariamo il nostro amore per madre Natura, ma non sempre sappiamo veramente di cosa stiamo parlando.

Qual è dunque il vero significato di questo vocabolo? Il dizionario ce ne suggerisce almeno due: “il sistema totale degli esseri viventi, animali e vegetali, e delle cose inanimate”, ma anche “condizione o modo di essere originario, primitivo, intrinseco”.

Il tempo ha poi arricchito questo concetto di contenuti, affiancando ad una “prima natura” incontaminata e spontanea, una “seconda natura”, risultato delle attività antropiche di gestione agricola e forestale.

Esiste poi una “terza natura” che è quella modellata per motivi estetici e simbolici, che si configura nel giardino, dove l’arte imita la natura dominandola e reinventandola.

Infine le recenti teorie ecologiste hanno individuato una “quarta natura”, che è quella del selvatico urbano, dei luoghi incolti e abbandonati, dove la flora locale si incontra con le varietà da giardino e con gli “immigrati”, specie vegetali pioniere, provenienti da altri paesi, che qui nascono e crescono liberamente, ibridandosi e dando vita a nuovi ecosistemi.

In questi luoghi si ritrova una ricchezza varietale che rimanda agli spazi incontaminati della “prima natura”. Tuttavia continuiamo a considerare gli incolti, ricoperti da vegetazione spontanea, invasi da quelle che chiamiamo con disprezzo “erbacce”, spazi senza valore e inutili, quando non elemento di degrado. A ben guardare invece questi luoghi, grazie proprio all’assenza dell’attività umana, costituiscono un rifugio per le specie viventi (animali e vegetali) che non trovano posto altrove e rappresentano opportunità di rigenerazione.

La “quarta natura” ci pone quindi davanti alla necessità di cambiare lo sguardo e il modo di abitare, accogliendo e accordando le ragioni della natura con la presenza umana; esaltando oltre al valore estetico e culturale, anche le caratteristiche ecologiche dei luoghi.

E ci costringe a riconsiderare il concetto di “degrado”: che sta nell’uso dei diserbanti, non nell’erba alta; nella capitozzatura degli alberi, non nelle foglie per terra; nell’uso di pesticidi, non nella presenza di insetti.

Proviamo a ricordarcene quando guardiamo una aiuola, entriamo in un parco o facciamo la spesa.

 

 

I cibi del mese:

 

Verdure

  • barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cavolo cappuccio, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, cavolo verza, cicoria, cipolle, cardi, cavolo rosso, carote, crescione, finocchi, indivia, lattuga, patate, porri, radicchio, rape, scarola, sedano, spinaci, topinambur.

Frutta

  • arance, kiwi, limoni, mandaranci, mandarini, mandorle, mele, pere, pompelmi.

Pesce

  • merluzzo, nasello, sgombro, sardina, sogliola, spigola.

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Newsletter 005 dic 2025