Solstizio e olocene. Ma è veramente tutto immutabile?

NEWSLETTER 009

del Mercato della Terra di FIESOLE

– Contributi di: Leonardo Galli, Silvia Mantovani, Marco Romoli

 

Il prossimo 21 giugno alle 04:42 del mattino si verificherà il solstizio d’estate, il momento dell’anno in cui il Sole raggiunge il suo punto più alto nel cielo e regala a noi abitanti dell’emisfero boreale la giornata più lunga, dall’alba al tramonto. Solstitium in latino significa “Sole fermo”: si riferisce infatti a quel momento in cui sembra che il Sole si arresti nella sua corsa verso nord, prima di tornare lentamente verso sud. Il solstizio segna l’inizio dell’estate astronomica, mentre quella meteorologica è già iniziata alla grande. Si tratta di un evento dal forte valore simbolico e culturale, celebrato da millenni soprattutto nei Paesi nordici, come festa della luce, dell’abbondanza e della rinascita.

Eppure, sebbene si ripresenti ogni anno con apparente regolarità, il solstizio non cade sempre nello stesso giorno. Questo perché è legato ai moti della Terra: rotazione sull’asse, rivoluzione intorno al Sole, ma anche alla sua forma, all’effetto mareale del Sole, della Luna e, in misura minore, dei pianeti. Tutti questi fattori generano il fenomeno della precessione, che sposta nel tempo la data esatta del solstizio, rendendo necessario un costante ricalcolo nel nostro calendario.

L’umanità ha seguito fin dai suoi albori il ritmo delle stagioni e quindi il moto del Sole: per i nomadi e cacciatori serviva a stabilire i tempi degli spostamenti, per gli agricoltori quelli delle semine. In origine i calendari erano lunari, perché la Luna scandiva il tempo con maggiore visibilità. Tuttavia, i 12 mesi lunari (circa 354 giorni) non coincidevano con l’anno solare, provocando uno slittamento delle stagioni, come accade ancora oggi nel calendario islamico. Il calendario solare fu introdotto da Giulio Cesare, insieme al giorno bisestile, per correggere tali discrepanze. I Greci, prima di lui, utilizzavano un calendario lunisolare, inserendo ogni due o tre anni un mese aggiuntivo per riallineare le stagioni (calendario lunisolare).

Oltre al ciclo stagionale annuale, esistono anche cicli climatici millenari, dettati sempre dai moti terrestri, che furono studiati per la prima volta dall’ingegnere e matematico Milutin Milanković. Egli individuò tre principali parametri: eccentricità dell’orbita terrestre, inclinazione dell’asse e precessione dell’asse di rotazione.

Questi fattori determinano il cosiddetto forcing solare, cioè l’energia che il nostro pianeta riceve dal Sole, contribuendo a causare variazioni climatiche come le glaciazioni. Grazie a sofisticate analisi di carotaggi nei ghiacci dell’Antartide e sedimenti oceanici, abbiamo potuto ricostruire il clima terrestre del passato: da una Terra “palla di neve” di circa due miliardi di anni fa (la Terra ha un’età di 4.54 miliardi di anni), a epoche caldissime segnate da almeno cinque grandi estinzioni di massa.

Tuttavia, la storia climatica dalla presenza dell’uomo e soprattutto dalla nascita della civiltà che coincide con l’inizio dell’agricoltura, circa 11000 anni fa, corrisponde ad un periodo di notevole stabilità climatica con fluttuazioni di temperatura dell’ordine di 1-2 gradi. Questo periodo geologico, che prende il nome di Olocene (dal greco holos, tutto, e kainos, recente), ha garantito una stabile evoluzione delle civiltà umane con lievi fluttuazioni climatiche. Si pensi al periodo caldo medievale o alla successiva piccola glaciazione, dovute con grande probabilità all’attività del Sole e all’attività vulcanica terrestre.

 

Tutto in pratica si è svolto nell’Olocene. Questa stabilità climatica che ha fatto da contorno allo sviluppo della civiltà e della società umana, sta subendo un rapido cambiamento che è associato al fenomeno della “grande accelerazione”.

Fenomeno che Paul Crutzen (premio Nobel per la chimica nel 1995 per lo studio del “buco dell’ozono”) chiama col termine Antropocene, una nuova epoca geologica in cui l’essere umano è diventato la principale forza che modifica la Terra. Crutzen ne fa iniziare l’era con la Rivoluzione Industriale e l’inizio dello sfruttamento dei combustibili fossili, ma è dal secondo dopoguerra che l’accelerazione diventa vertiginosa. Tutti gli indicatori — crescita demografica, sfruttamento delle risorse, agricoltura intensiva, estrazione di combustibili fossili — mostrano un’impennata. E con essi aumentano anche i gas serra (CO₂, metano, protossido di azoto), la temperatura terrestre, l’acidificazione degli oceani, la scomparsa delle foreste tropicali e l’impoverimento della biodiversità marina. Un cambiamento troppo rapido. Questa volta non è colpa né del Sole né della Terra.

Molti pensano che non ci sia da preoccuparsi, perché “il mondo è sempre andato avanti così”. Ma è proprio questo atteggiamento a renderci impreparati. Stiamo correndo allegramente a tutta velocità verso un muro, e serve consapevolezza immediata.

Il grande David Attenborough ci ricorda che: “Noi siamo la prima generazione a sapere che stiamo distruggendo il pianeta e l’ultima che può fare qualcosa per salvarlo”.

Parleremo di solstizi, storia climatica e soprattutto di grande accelerazione nella miniconferenza del 29 giugno, proprio in un momento in cui l’umanità sembra aver dimenticato il valore della salute del nostro pianeta, imboccando nuovamente una strada già tristemente nota.

 

 

OrtiCultura

Il progetto del Distretto Biologico per Fiesole Capitale della cultura

 

Nell’ambito della collaborazione richiesta dalla Amministrazione Comunale per la costruzione del progetto per Fiesole Capitale della Cultura 2028, l’Associazione del Distretto Biologico ha presentato la proposta di progetto “OrtiCultura”. L’obiettivo è quello di rendere fruibili alla cittadinanza spazi urbani pubblici condivisi, nei quali sviluppare politiche urbane a sostegno dell’ambiente, della promozione di stili di vita sostenibili e sani e del senso di comunità, attraverso la coltivazione di aree dedicate (orti, piccoli frutteti) e l’organizzazione di attività formative, divulgative e ludiche.

Il progetto, particolarmente attento ai temi dell’inclusione, prevede il coinvolgimento di tutta la cittadinanza, delle aziende agricole, con funzione didattica e supporto tecnico, delle scuole per progetti congiunti, e dei turisti, per un’offerta diversificata e consapevole.

Partendo dall’orto, inteso come elemento di aggregazione, il progetto si propone di attivare nuovi spazi dove far fiorire scambi di idee, formazione e divulgazione su temi di ecosostenibilità, buone pratiche, agroecologia e corretta alimentazione e dove la bio-varietà dovrà esser elemento guida dell’allestimento e della gestione.

Il risultato atteso è quello di costituire un incubatore all’aria aperta, contaminato anche da altre attività sul territorio, delle quali potrebbe rappresentare una continuità stabile.

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Maggio 2025: il secondo più caldo di sempre

Il servizio Copernicus per i cambiamenti climatici (C3S) ha pubblicato l’ultimo bollettino mensile sul clima, incentrato sulle principali tendenze climatiche nel maggio 2025.

Il bollettino riporta che maggio 2025 è stato il secondo più caldo registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria di superficie di 15,79 °C, 0,53 °C al di sopra della media del mese nel periodo1991-2020. In Europa, la temperatura media nel mese di maggio è stata di 12,98 °C, 0,29 °C al di sotto della media 1991-2020.

Questa visualizzazione dei dati, prodotta utilizzando i dati C3S, illustra le anomalie della temperatura dell’aria di superficie per il maggio 2025 in una parte dell’emisfero settentrionale. Le tonalità di rosso indicano zone con temperature superiori alla media, mentre i toni di blu mostrano valori inferiori alla media.

Vi è stato un notevole contrasto nelle temperature dell’aria superficiale in tutta l’Europa: le temperature nell’Europa orientale erano prevalentemente al di sotto della media, con sacche di aria fredda osservate anche in Spagna e Francia. D’altra parte, l’Europa occidentale è stata per lo più colpita da temperature superiori alla media.

Le anomalie causate dai cambiamenti climatici sono evidenziate anche da fenomeni estremi ed inusuali come ad esempio le forti nevicate registrate in Lesotho e Sud Africa.

Il 7 giugno 2025, un raro e intenso sistema di bassa pressione ha colpito zone del Sud Africa e del Lesotho, portando neve, piogge intense e temperature molto basse. L’evento ha causato disagi e danni alle infrastrutture di comunicazione, spingendo le autorità sudafricane a esortare i residenti ad evitare viaggi inutili. La tempesta ha causato interruzioni di corrente e provocato almeno cinque vittime.

La neve residua nell’area è visibile in questa immagine acquisita da uno dei satelliti Copernicus Sentinel-3 il 10 giugno 2025.

Il questionario

Il Distretto Biologico di Fiesole invita cittadini, aziende e portatori d’interesse a compilare un breve questionario per migliorare la sostenibilità e promuovere l’agricoltura biologica sul territorio.

I dati raccolti saranno utilizzati esclusivamente per finalità di analisi e miglioramento delle attività del Distretto. Clicca qua per partecipare!

 

 

I cibi del mese:

 

Verdure

  • asparagi, carote, carciofi, cavoli, cavolfiori, cicoria, cipolle e cipollotti, coste, crauti. crescione, finocchi, fave, indivia, lattuga, luppolo, ortica, patate, piselli, porro, rabarbaro, radicchio rosso, rafano, rape, ravanelli, rucola, scalogno, sedano, spinaci, tarassaco, zucchine.

Frutta

  • fragole, kiwi, limoni, mele, nespole, pere.

Pesce

  • acciuga, cefalo, dentice, merluzzo, nasello, pesce spada, tonno, triglia, sardina, sgombro, sogliola, spigola.

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Newsletter 009 giugno 2025


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